Luca dalla Svizzera

Mi chiamo Luca, ho 33 anni e vivo ad Airolo. Sono sposato e ho un bambino.

Sono cresciuto con due fratelli e una sorella nelle vicinanze di Bellinzona. Dopo che mio nonno morì, andammo a vivere nella sua piccola casa. Uno dei miei fratelli era disabile. I miei genitori si prendevano molta cura di lui, perché aveva bisogno di molte terapie. A volte, si dimenticavano un po’ di noi altri figli. Questo era difficile, tuttavia anche positivo: io e il mio secondo fratello passavamo ore e ore nel bosco, scavavamo grotte, cercavamo tracce di animali o salivamo sugli alberi. La sera eravamo sempre completamente sporchi e la mamma ci sgridava. Mia sorella, a volte, era invidiosa, perché non la invitavamo mai a unirsi a noi.

Papà lavorava in ufficio. Mamma era casalinga. Una volta lavorava come giardiniera, ma questo le era diventato impossibile, con nostro fratello disabile. Avevamo un giardino selvatico con tanti fiori, alberi e cespugli. Noi bambini dovevamo aiutare spesso: strappare le erbacce, tagliare l’erba, bagnare i fiori. Questo non lo facevamo volentieri. Mamma, a volte, ci dava due franchi. In quell’occasione, mio papà si arrabbiava un po’. Diceva: «Siamo una famiglia, tutti devono aiutare e nessuno viene pagato per questo!» I miei genitori discutevano spesso su questioni legate alla nostra educazione. Mio padre era severo, con tanti principi, la mamma era più conciliante.

Credo che i miei genitori si volessero bene. La sera, sdraiato nel letto, sentivo, attraverso la finestra aperta, come parlavano insieme. Si raccontavano di come fosse andata la giornata o ridevano di qualcosa. In quei momenti ero felice e riuscivo ad addormentarmi subito.

A 6 anni iniziai a frequentare la scuola elementare. Non mi piaceva assolutamente: stare seduto immobile, scrivere bene e la maestra severa. Dopo una settimana, volevo non andarci più e piangevo ogni giorno. Mia madre era disperata. Mi parlava molto, ma non è servito a nulla. Sono poi dovuto andare dalla docente di sostegno, che mi ha fatto tanti test. Anche lei mi parlò a lungo. In seguito, decidemmo, di comune accordo con la maestra, che potevo correre attorno alla scuola, quando non riuscivo più a stare seduto. La scuola rimase una sofferenza per me e le note erano brutte. Fui contento quando, nonostante tutto, trovai un posto di apprendistato come giardiniere. Il mio responsabile mi comprese e ottenni il diploma per un pelo!

Quando compii 14 anni, mio fratello disabile morì. Sapevamo che non sarebbe diventato vecchio. Tuttavia, non avrei mai pensato che ci mancasse così tanto! Mi mancava tutto di lui – addirittura la sedia a rotelle e gli strumenti che usava per mangiare e bere. Tutto diventò molto silenzioso attorno al tavolo di famiglia. Papà non parlava quasi più. Nessuno mostrava il suo dolore. Mamma iniziò poi a lavorare in una casa per anziani.

Dopo il diploma, feci il servizio militare e passai un anno in Canada, dove ho lavorato in una fattoria.

Tornato in Svizzera, ebbi una crisi: tutto era troppo piccolo e mi stava stretto. Non avendo un lavoro, cominciai ad assumere droghe. Questo non era positivo. Soltanto quando conobbi mia moglie, trovai la forza di smettere e iniziai nuovamente a lavorare in maniera regolare. Un anno fa sono diventato papà. È una sensazione incredibile!

Desidero che la mia bimba diventi forte e che trovi la sua strada.


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