Formazione

Definizione. Come si formano i bambini. Diritto all’istruzione. Permettere i processi di formazione. Spazio per la formazione.

Definizione
Il termine «formazione» è utilizzato di frequente, tuttavia la sua definizione è vaga e si differenzia in funzione dello spirito del tempo e della concezione dell’uomo. «Formazione» e «ideale di formazione» sono spesso usati come sinonimi. Oggi, siamo tutti d’accordo che il termine «formazione» non significa prettamente l’accumulo di sapere e competenze, ma che si tratta piuttosto di un processo di sviluppo che accompagna l’essere umano lungo tutta la vita. Un processo, nel quale l’essere umano amplia le proprie capacità mentali, culturali e pratiche e le sue competenze personali e sociali. La formazione inizia prima della nascita e si protrae fino alla fine. Il sapere acquisito contribuisce soltanto in parte all’istruzione di un individuo. Il processo di formazione riguarda prevalentemente il rapporto tra l’essere umano con ciò che lo circonda e i suoi sforzi nell’identificare e comprendere la propria persona e il mondo.

Come si formano i bambini
I bambini sono competenti, attivi e avidi di sapere fin dalla nascita. Tentano di scoprire e di capire il mondo con tutti i loro sensi. Il processo di formazione nei bambini si traduce nell’attivarsi autonomamente, scoprire, chiedere, osservare e comunicare. I bambini non devono essere «formati». Si formano da soli. Soprattutto nella prima infanzia, imparare significa apprendere basandosi sull’esperienza. I bambini si sviluppano grazie alle loro esperienze e tramite il dialogo con gli adulti e con gli altri bambini. In realtà, si può dire che i processi di apprendimento durante la prima infanzia sono di tipo relazionale. La familiarità, le relazioni e la qualità delle interazioni con gli altri, ne costituiscono le fondamenta.

Diritto all’istruzione
Ufficialmente, oggi nessuno mette in dubbio che tutti i bambini abbiano il diritto all’istruzione. Questo diritto si trova in molteplici articoli della Convenzione dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia, firmata dalla maggior parte degli Stati. Sussiste solo la discussione su come questo diritto debba essere applicato. In particolare, si tratta di porre rimedio alle discriminazioni nell’ambito dell’istruzione. È dimostrato che le possibilità finanziarie dei genitori, lo status sociale e il coinvolgimento culturale hanno un impatto sulle opportunità formative del bambino. Se i bambini sono svantaggiati da questo punto di vista, le istituzioni possono e devono assumere un ruolo di supporto. L’istruzione di bambini provenienti da ambienti svantaggiati ha maggiore probabilità di successo se viene attivata già dalla prima infanzia.

Permettere i processi di formazione
Oggigiorno con formazione s’intende una sinergia tra «gioco», «apprendimento» e «sviluppo». La promozione dello sviluppo e della formazione dei bambini ha come scopo il fornire loro un ambiente favorevole per l’apprendimento, in cui accumulare esperienze vissute con loro stessi o con gli altri. Questo ambiente deve offrire loro nuove sfide in funzione dei loro interessi, domande e capacità. Si tratta anche di un «invito all’autonomia»: ai bambini devono essere date possibilità concrete di agire da soli. Devono avere anche l’opportunità di imitare, e il riscontro da parte dei genitori gioca un ruolo importante (incoraggiamento, complimenti, ecc.). Questo, infatti, permette di classificare quanto vissuto nella totalità della loro esperienza di vita. L’incentivazione deve iniziare quando i bambini sono ancora piccoli, sottolineando che non si tratta né di «scolarizzazione» né di «educazione precoce» nella forma del sostegno pedagogico. Lezioni istruttive per trasmettere il sapere non corrispondono al processo di apprendimento dei piccoli e non sono adatte né ai bisogni dei bambini né alle loro esperienze. I bambini hanno bisogno di ritmi e di tempo libero. I ritmi facilitano la capacità di concentrazione quale base per i processi di apprendimento. Il tempo libero favorisce l’autonomia. Esiste il pericolo che i bambini vengano ostacolati nel processo formativo a causa di concetti educativi sbagliati o di un atteggiamento inflessibile da parte del personale pedagogico specializzato. I processi di formazione possono difficilmente avere luogo se gli stimoli e il controllo del materiale didattico dipendono troppo rigidamente dall’insegnante, se i bambini sono solo limitatamente coinvolti nel dare forma al materiale didattico e se il personale pedagogico non offre, simultaneamente, disponibilità di relazione.

Spazio per la formazione
«L’ambiente è il terzo educatore». Questa citazione proviene dal «Reggio Emilia Approach» e significa che il potenziale dell’educazione, e quindi anche la promozione della formazione, dipende dalle concrete possibilità che un determinato luogo offre. Con luogo si intendono concreti spazi istituzionali come scuole o asili, come pure gli spazi dell’ambiente in generale nel quale il bambino si muove. L’ambiente offre possibilità di fare esperienze individuali? Queste proposte sono rilevanti per il processo formativo? I contatti sociali sono favoriti dall’organizzazione dello spazio? Le espressioni corporali trovano spazio a sufficienza? Sono presenti dei luoghi per riposarsi e rilassarsi? C’è posto per attività fisiche? Qual è la situazione dei tragitti che il bambino deve percorrere? Che esperienze può collezionare? È dimostrato che, ad esempio, lezioni scolastiche frontali o un tragitto casa-scuola in automobile sono elementi che concedono troppo poco spazio al bambino per permettergli di fare le proprie scoperte ed esperienze. La cultura e gli ideali degli educatori determinano notevolmente la scelta dei luoghi adatti all’istruzione. In Italia, i bambini vivono molte esperienze sociali nei luoghi pubblici. In Svizzera, queste, avvengono piuttosto nei parchi giochi. In ambito della formazione, si sono rivelati particolarmente efficaci concetti partecipativi nei quali i bambini giocano un ruolo attivo nella creazione dell’ambiente che li circonda, ad esempio il parco giochi.

Bibliografia
La bibliografia può essere consultata sul sito web in lingua tedesca e una bibliografia per la versione in italiano è in fase di elaborazione.